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Bandiere Blu e arretramento delle spiagge: i due volti delle coste italiane

2024-07-03 02:07

Valeria Sala

Geografia,

Bandiere Blu e arretramento delle spiagge: i due volti delle coste italiane

L'erosione costiera sembra inarrestabile, ma qualcosa si può ancora fare per la salute dei nostri litorali

Stessa spiaggia, stesso mare? Non proprio. L'Italia, con le sue coste famose in tutto il mondo, sta subendo un inarrestabile arretramento delle spiagge. Secondo l'ISPRA, dal 2006 al 2020 sono ben cinquantaquattro i comuni che hanno assistito a una perdita del 50% del litorale sabbioso, mentre Legambiente parla di oltre quaranta milioni di metri quadrati persi negli ultimi cinquant'anni, corrispondenti allo spazio di dodicimila stabilimenti balneari.

La colpa? Si va dal continuo aumento dei fenomeni climatici estremi fino a una carente pianificazione di quegli interventi destinati a contenere il progressivo arretramento delle spiagge.

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Foto di Claudio Poggio su Unsplash (Monterosso al Mare, Cinque Terre)

Senza dimenticare l'abusivismo edilizio che semina colate di cemento in maniera indiscriminata dal Nord al Sud del Paese. Il dossier annuale Mare Monstrum, curato da Legambiente, ha registrato, infatti, ben 10257 reati accertati nel 2023, con un aumento dell'11,1% rispetto all'anno precedente.

Eppure, i lidi italiani si difendono mantenendo un'ottima reputazione a livello mondiale, come attesta il riconoscimento del programma Bandiera Blu, che quest'anno ha insignito con i suoi vessilli 236 Comuni per un totale di 485 spiagge e 81 approdi. 

I criteri richiesti dalla FEE spaziano dall'ambito organizzativo delle spiagge alla loro sicurezza, senza tralasciare la qualità delle acque. Insomma, non soltanto conformità ai parametri microbiologici, chimici e fisici; ma anche attenzione alla presenza dei servizi volti a garantire una balneazione sicura, all'educazione e alla gestione ambientale. 

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La Sardegna premiata in quindici località (ansa.it)

La regione italiana più premiata da quindici anni è la Liguria, con la provincia di Savona in testa. 67 spiagge e 16 approdi incoronano una delle regioni che si classifica, paradossalmente, ai primi posti anche per consumo di suolo e cementificazione selvaggia. Due facce della stessa medaglia, dove la cura per l'ambiente e il territorio si fa strada tra le piaghe che da decenni deturpano le nostre coste.

 

Stessa sorte per i grandi assenti, i piccoli lidi delle Cinque Terre, che, pur collocati all'interno di un'Area marina protetta e del Parco Nazionale patrimonio UNESCO, non riescono a raggiungere gli standard richiesti per aggiudicarsi il riconoscimento internazionale. Arroccate su un'area impervia, le Cinque Terre stanno iniziando ad avviare alcune buone norme per la promozione di un turismo sostenibile, volto a limitare gli afflussi nei periodi di punta, non senza qualche polemica.

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Foto di Sami Hobbs su Unsplash (Manarola, Cinque Terre)

Tra le varie iniziative, è previsa la prenotazione a pagamento per percorrere la nuova Via dell'Amore, il sentiero a picco sul mare tra Riomaggiore e Manarola, che sarà riaperta il 26 luglio dopo ben dodici anni di chiusura a causa del dissesto idrogeologico. Già in occasione dei ponti primaverili degli ultimi anni, le tratte aperte del Sentiero Verde Azzurro, nato per collegare i cinque borghi dello spezzino, erano state rese fruibili solo rispettando un senso unico obbligato. 

Prese di posizione importanti ma necessarie, se si vuole cercare di conciliare turismo e ambiente, nel rispetto di un territorio resiliente ma pur sempre fragile. Nella stessa ottica si è mosso il Comune di Riomaggiore, che ha deciso di bandire attività come friggitorie, kebab e discoteche per preservare l'identità e le tradizioni del borgo marinaro. 

 

All'estremo opposto della regione, la provincia di Imperia mantiene anch'essa le prerogative di un turismo slow in alcuni borghi come Riva Ligure e San Lorenzo al Mare, dove trovare un albergo è pressoché impossibile, perché nel corso degli anni nessuno li ha mai costruiti. Attraversati dalla Pista Ciclabile del Ponente Ligure, questi paesi si rivolgono a un turismo internazionale più frugale e meno mondano, con gli stabilimenti balneari privati che si contano sulle dita di una mano.

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La Pista Ciclabile del Parco Costiero della Riviera dei Fiori (lamialiguria.it)

Le iniziative che fanno bene alle spiagge e ai nostri mari arrivano anche dalle azioni dei singoli, come nel caso della spiaggia di Budelli in Sardegna, che da alcuni anni sta assistendo al ritorno della sabbia rosa che tanti turisti, lungo i decenni, avevano portato via come souvenir. In un tam tam di azioni virtuose, tanti i pentiti che sono tornati sui loro passi, a dimostrazione che il tempo è galantuomo e la presa di coscienza può fare la differenza.

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La spiaggia rosa di Budelli è inaccessibile dal 1994 (estateinsardegna.it)

La testimonianza più emozionante è quella di Eleonora, che nel 2020 ha contattato l'Associazione Sardegna Rubata e Depredata per restituire la bottiglia di sabbia che il padre aveva preso quarantadue anni prima e che avrebbe voluto riconsegnare, dopo averla portata per mare nelle sue avventure in barca a vela. Nelle parole di Eleonora, diffuse via Facebook, la passione del padre per il mare, lunga una vita intera, si fonde con il senso di colpa per aver contribuito, con quel gesto di appropriazione, a cambiare il destino dell'isola della Maddalena, che dal 1994 è inaccessibile all'uomo.

Il papà non fa in tempo a realizzare il desiderio di restituire la sabbia, ma la figlia, grazie ai social, riporta la piccola eredità al suo legittimo proprietario. Un mare che ha ancora la speranza di tornare a risplendere della sua incontaminata bellezza.

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